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20 Novembre 2022

Un articolo su vinodabere.it

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Li ho incontrati per puro caso Francesco Vandi e Luciano Plazzi durante l’edizione 2021 di Modigliana Stella dell’Appennino (Link). A volte l’empatia riesce a prevalere su qualunque altro sentimento, costituito o meno dalle credenze e dall’esperienza provata sul campo. Uno di questi preconcetti mi vede spesso titubante, per non dire scettico, quando si parla di naturalità del vino. Pensavo che molti giocassero a fare il conte Mascetti del film Amici Miei, narrando cose non verificabili o di apporto puramente commerciale, insomma cose ininfluenti per chi esegue la cronaca fedele dello stile produttivo legato a un territorio. Le eccezioni in tal senso sono belle proprio per questo: aiutano a capire che si può rispettare una precisa filosofia di cura per l’ambiente e le materie prime, ma che non deve essere per forza compressa in nessuna nomenclatura. Ed allora sono andato a trovare i due amici e soci a settembre di quest’anno, anche con la sana curiosità di comprendere un’altra espressione di Modigliana.

La passeggiata tra i poco meno di 2 ettari di vigneto sulle colline della sottozona Ibbola consente di tastare con mano l’amore per la biodiversità e l’alternanza tra varietà differenti all’interno di uno stesso filare, come avveniva nel passato. Appena 7000 bottiglie vinificate presso terzi per mancanza di locali adeguati in proprietà, ma seguite come piccoli infanti da Francesco e Luciano in ogni loro fase. Vini di grande interesse su cui puntare, pur in presenza di normali irrequietezze in alcune versioni, ma rispettosi anzitutto delle annate e del terroir di appartenenza. Non si acquistano uve, preferendo premiare ciò che le stagioni suggeriscono ai coltivatori. Le piante di Sangiovese hanno una buona anzianità di servizio e furono recuperate dall’abbandono e dall’avanzata del bosco con un’opera di autentica salvaguardia del panorama ampelografico.

Alcune fallanze vennero invece reimpiantate sovrainnestando cloni BBS11 (il più classico dei toscani), resistenti al clima fresco in tali altezze. Importanza anche per il Trebbiano di Romagna, l’Albana ed una percentuale ridotta di Moscato Bianco destinato al raro passito realizzato in pochissimi esemplari. Il nome della cantina rievoca la bellissima ballata del cantante Zucchero e, assaggiando i vini di Menta & Rosmarino, si potrà persino chiudere gli occhi un istante pensando solo alla poesia della terra evocata dallo scrittore Mario Soldati. Alle micro parcelle vengono dedicate le singole etichette, quasi fossero una sorta di cru dello stesso fazzoletto coltivato.

Area 18 Sur Lies – l’ancestrale per antonomasia, da questo 2021 viene proposto come blend di Trebbiano (80%) ed Albana di Romagna. Uve vendemmiate da vecchie vigne che lo rendono non il solito semplice prodotto da aperitivo. Controllata anche la parte terragna nel rimescolare i lieviti presenti. In sostanza: agrumi, fiori gialli e corredo di miele di corbezzolo sul finale.

Area 88 – Forlì Bianco 2021, da una porzione di terreno a Casale lungo la dorsale Acerreta, altra sottozona di Modigliana. Molto tagliente, minerale e carico di erbe officinali. Trebbiano di Romagna in purezza, esce fuori dai soliti schemi esaltando una tipologia che merita ogni rispetto.

Area 58 – una 2021 che ha bisogno di riposo. C’è da lavorarci valutando la notevole qualità complessiva. Il naso gioca a nascondino, ma al sorso ravviva la freschezza dell’accoppiata Sangiovese-Colorino. Ciliegia matura e nuance balsamiche in chiusura, tannini però nervosi.

Area 8 – sempre annata 2021. Identitario, protagonista di Modigliana non soltanto nel fregiarsi della menzione in fascetta. Tipiche sensazioni di incenso, fiori di sambuco e visciole. E che tannino vibrante, sempre unito a riverberi da fiori viola e sbuffi officinali. Solo cemento, dai vigneti delle fasce più elevate che gestiscono meglio le maturazioni nelle estati calde. La 2020 proveniva invece da un unico settore dove il Sangiovese cresce a grappolo spargolo. Chiuso, tagliente ed ancora verde, manca della piacevolezza del campione precedente.

Area 66 – chiudiamo ancora con un Romagna Sangiovese Modigliana Doc 2021 e lo facciamo alla grande, da piante di oltre 20 anni e fermentazioni ad acino intero. Straordinario nelle sue spezie scure e dense e nei ricordi di sottobosco ed amarene mature, un vero portento dal lunghissimo futuro.

Scritto da
Luca Matarazzo